
Stasera è tornata a Siena, per il fine settimana, una mia amica di Madrid.
Ana, che l'anno scorso ha fatto l’Erasmus proprio qui, nella ridentissima cittadina toscana...
La serata è trascorsa benissimo. Sono stato davvero bene, soprattutto perchè passare anche un solo attimo della propria vita con Ana è una fortuna immensa, credetemi. Persona meravigliosa, ragazza bellissima e di sopraffina intelligenza.
Vabbé...Fatto sta che alle 01.28, dopo lauta cena alcoolica, ci rechiamo al solito pub. Io, Ana ed altri amici. Entriamo. Mi metto a parlare con un amico. Tempo 10 minuti scarsi e si presenta una ragazza spagnola. Si presenta solo a lui. Iniziano a parlare e, mentre cerco di svignarmela, lui me la presenta. Lei mi guarda e mi concede mollemente la mano senza nemmeno dire il suo nome. Allungo a mia volta la mano e mi presento molto gentilmente. Lei si volta nuovamente verso il mio amico e resto solo. Vado al bagno. Al ritorno, lui è preso da una conversazione con un’altra ragazza, che addirittura gli ha regalato una rosa!!! Cerco di farmi notare il meno possibile e sgattaiolare lungi dalle loro effusioni pseudoerotiche. Purtroppo, vengo prontamente intercettato e presentato anche a questa fanciulla, che nemmeno si accorge di me, pur stringendomi la mano...Mi sento un fantasma.
Cerco disperato Ana. Eccola. Parla con un po’ di persone. Decido di concedermi una Tennent’s Super, signora birra...
Il proprietario del pub, appostato dietro il bancone, mi vede e da quel gran paraculo che è, mi fa - Ciao Giacomo! -
Gli sorrido e con un cenno delle dita ricambio il saluto. Tra me e me realizzo di non essermi mai chiamato Giacomo. Fino a prova contraria sono Andrea.
Mi sento un fantasma.
Birra in mano e cervello altrove, resto impelagato in una fanghiglia di gente ubriaca ed eccitata. Devo uscire. Mi sento un fantasma. Riesco ad uscire dal locale. Faccio fatica a districare quell’intruglio di persone “normali”, ma alla fine ce la faccio. Fuori è un freddo da stroncarti i maroni. Indosso i guanti e una rincoglionita, gesticolando nel parlare con un amico, pensa bene di spegnermi una sigaretta sul palmo della mano. La lana del guanto mi preserva da un’ustione di secondo grado. Il mio arto è salvo. Quella cogliona non s’è accorta di nulla.
C’è una figa che mi sta osservando. E’ a pochi decimetri da me. Mi toglie il cappello dalla testa e sorridendomi sputa fuori una serie di complimenti rivolti alla mia coppola. Me la sbatte in faccia (la coppola), e se ne va con un paio d’uomini. Probabilmente gliela sbatterà in faccia anche a loro. Non la coppola però.
Mi sento un fantasma. Un fantasma con la coppola di velluto verde a costine in testa.
Scambio qualche chiacchiera con un paio di ragazzi che conosco. Mi accendo una sigaretta.
Sono un fantasma. Un fantasma che cerca di nascondersi dietro la fumosa nebbia di una sigaretta.
C’è più gente fuori che nel pub. Fumano. Bevono. Sorridono. Parlano. Sbiascicano stronzate. Pomiciano. Ridono. Urlano. Mi sento un fantasma.
Sboccano l'anima, ruttano. Pomiciano. Mi sento un fantasma.
Eccola!!! Vedo Ana. Anche lei è fuori. Nel mezzo di un’informe poltiglia umana. Ma lei è sola in mezzo a tutti. Parla con tutti, ma allo stesso tempo è sola. Non c'è nessuno attorno a lei, se non lei. Per il mio sguardo è così. Non sono ubriaco…o forse sì.
Per un attimo non mi sento più un fantasma. Sono vivo. E’ grazie a persone come Ana che ti accorgi della bellezza di ogni respiro.
Sorrido al nulla. Chiudo gli occhi per alcuni secondi e penso alle cose belle. Una birra con gli amici. Una discussione coi genitori o un loro abbraccio. I litigi obbligati con mia sorella e le seguenti riappacificazioni. Le poesie di nonna. Le labbra di una donna. Il suo seno. Le sue gambe. Il suo sedere. Una notte di sesso. Il kebab, la parmigiana, la mozzarella di bufala. I fuochi d’artificio. Le carezze al cane. Il vino rosso. L’odore dell’inchiostro. Quello della carta. La superficie di una tela. I pennelli. Le parole. I sorrisi. I colori. Le lacrime di felicità...Tante, troppe cose belle. Penso alle parole che poco prima mi aveva detto un tipo con in mano un bicchiere di rum...
- L’Arte non si fa. Arte si è -
Apro gli occhi. Voglio tornare a casa. Vorrei fare le coccole a Frida, ma non posso, se non nei sogni e nel mio mondo fantastico...Lei non c’è più…
Ricomincio a pensare alle cose belle...Io che le abbaio e lei che mi parla...Buonanotte Frida, buonanotte cuoricino. Buonanotte a tutti voi che mi rendete la vita più vissuta!!!
Io non faccio Arte. Io sono Arte
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