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giovedì, settembre 25, 2008

E' giunta quasi l'ora...


E' giunta quasi l'ora di salutare Firenze. E' giunta quasi l'ora di cambiare nuovamente vita.
Ammetto che, nonostante il mio tormentato rapporto di odio-amore con il capoluogo toscano, la malinconia e un paio di lacrime stanno prendendo possesso del mio animo...
E' passato un altro anno, ho vissuto un'altra città, e adesso Roma mi attende con la sua bellezza e il suo eterno casino. Roma, col Tevere e i resti di un impero che fu. Roma, con le sue contraddizioni e il traffico impazzito. Roma, purtroppo governata da un sindaco che non sopporto; sempre più preda di Forza Nuova e Azione Giovani. Roma, sempre più di destra. Tutto ciò non lo sopporto. Dovrò convivere con questa dimensione.
Roma, confusa. Molto confusa.
Sarà dalla capitale d'Italia che riprenderà la nuova avventura del sottoscritto, deciso a farsi strada tra i meandri del mondo del giornalismo. Sarà dura. Troppo dura. Ma sono le sfide più difficili che eccitano mente e cuore del vostro caro pagliaccio tarantino.
La luce e il buio. Il buio e la luce. E' tutto quello di cui ho bisogno!!!
Siena, Cork, Siena, Firenze. E ora Roma.
Il passato non lo lascerò alle spalle. Sarà mio fido compagno nella lotta presente, alla conquista del futuro. Porterò tutti voi con me. Sempre. Sempre. Sempre.
Il viaggio continua...anche se, per il momento, non so come raccapezzarmi tra scatoloni, valigie, borsoni, quadri, pupazzi, libri e scartoffie varie. L'ennesima battaglia attende il prode antieroe, il fottuto sognatore, difettoso ingranaggio della realtà...

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venerdì, settembre 19, 2008

Il tremendo mistero che aleggia intorno alla sfiorata morte di questo locus amoenus della cultura mondiale...(parte 0)

0. La spiaggia.

30 Agosto 2008. Un tranquillo e afoso pomeriggio tarantino.
Domani torno a Firenze e tra due giorni sarò a Roma in cerca di casa e lavoro temporaneo. Vorrei godermi l'ultimo bagno dell'estate. Faccio uno squillo ad Alessio. Passo a prenderlo in macchina e andiamo al "Jamaica". In spiaggia non c'è troppa gente. Meglio. Ci destreggiamo a distanza fra culi e tette che le nostre mani mai possiederanno. Piantiamo l'ombrellone nella sabbia. Il vento lo spazza via in pochi secondi. Rimarrà lì. Stendo l'asciugamani, lancio la borsa in posizione cuscino e mi ci fiondo sopra con la leggerezza di un'otaria. Alessio, già armato di i-pod e auricolari conficcati nelle orecchie, piazza la spiaggina e ci si fionda sopra con la leggerezza di una megattera.
Copro la delicata testa spennata col cappellino di paglia, inforco gli occhiali da sole. Steso e ancora in maglietta, realizzo di doverla sfilare se desidero ossigenare i peli del petto e abbronzare la trippa. Senza nemmeno alzarmi, riesco a togliere la maglia facendo volare a un metro di distanza occhiali e cappello. Non voglio, non devo, non posso alzarmi. Il mio scopo è quello di poltrire e iniziare a leggere "Chiedi alla polvere" di John Fante. Forse mi alzerò tra un'ora per andare in acqua. Così chiedo ad Alessio se gentilmente mi passa gli oggetti volati via dalla mia postazione e adesso a lui più vicini. Mugugna qualcosa. Si piega lateralmente di qualche centimetro e, dopo averla raccolta con gran fatica, mi lancia la merce richiesta, rischiando di cadere dalla seggiola. Mi chiama sfigato e si risistema sul trono, pronto ad essere sfidato a tressette da qualche bagnante di sua conoscenza e a scommettere un paio di birre Raffo. Ultimamente gli va male. Non è in forma come ad inizio Agosto. Alza al massimo il volume dell'i-pod. Si mette gli occhialoni da sole, in attesa dell'agognata partita a carte. Attesa vana, poichè oggi nessuno dei suoi rivali storici sembra aver voglia di sfidarlo. Nessuno incrocerà il suo sguardo truce, anche perchè è completamente nascosto dalle enormi lenti oscurate.
Finalmente posso godere del mio giaciglio da spiaggia e leggere. Vado avanti con la lettura per una quarantina di minuti, fino a quando mi accorgo che sto iniziando a friggere e che la musica di Alessio la sto sentendo anche io, dato il volume esagerato. Mi volto verso di lui. Si è fuso con la sedia. Capiamo entrambi che è arrivata l'ora del bagnetto. E così è.
Ci troviamo di nuovo a doverci destreggiare fra culi e poppe. Gli occhi vagano da una chiappa all'altra, ma le gambe riescono a trascinarci fino alla salatissima acqua del Mar Jonio, avendo la meglio sulle nostre pulsioni ormonali.
Sembra di essere ai Caraibi. L'acqua è di un turchese trasparente ed è fresca al punto giusto. Prima di immergerci completamente ci mettiamo un bel po' di tempo. Come due attempati vecchietti ci autoschizziamo qualche goccia d'acqua sulla panza, sulle spalle, sulle braccia...Dopo 4-5 minuti ci tuffiamo. Prima Alessio. Poi io. Facciamo due chiacchiere lasciandoci pigramente cullare dalla leggera corrente marina, come due stronzi appena cagati. Galleggiamo che è una meraviglia. Di nuotare non se ne parla. Lungi da noi qualsiasi tipo di sforzo inutile.
Che pace...Non sento le urla dei bambini e dei loro genitori. Non sento le pallonate di quelli che giocano a pallavolo. Non sento il rombo dei motoscafi e degli acquascooter che scorazzano a pochi metri da noi. Non sento. Punto.
Torniamo ai nostri asciugamani. Tra una ventina di minuti, giusto il tempo di riprenderci dalla visione di chiappe e tette che ci sfrecciano a destra e a manca, andremo al centro commerciale. Ci sono delle scarpe, che ho adocchiato proprio ieri, a un prezzo relativamente stracciato, che aspettano solo di avvolgere i miei piedi. Piedi scottati dal sole di un afoso e tranquillo pomeriggio tarantino.
Sì, un tranquillo, quieto, magico pomeriggio tarantino...
Che pace!!!

(TO BE CONTINUED...)

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martedì, settembre 09, 2008

Semaforo Verde



Barcelona, aprile 2008

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domenica, settembre 07, 2008

Fljòtavìk


(solo audio; Sigur Ros: "Fljòtavìk")

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lunedì, settembre 01, 2008

Ci sono!!!

Eccomi! Ancora tra voi. Pensavate di esservi liberati della mia pesante e scomoda presenza, eh? Ci siete andati vicino...Il blog ha rischiato sul serio la chiusura (mio malgrado).
A breve verrà svelato il mistero che aleggia intorno alla sfiorata morte di questo locus amoenus della cultura mondiale, che il sottoscritto volle anni or sono chiamare "Opinionidiunclown".
Entro due settimane e mezzo pubblicherò il miniminiminiromanzo a puntate dal titolo...il titolo, come al solito, non l'ho ancora deciso. E' già pronta la prima puntata e stavolta avrà un seguito quasi immediato. Vi lascio ancora un po' sulle spine. So che morite dalla voglia di sapere cosa si nasconde dietro la macchinazione letteraria che vi sconvolgerà, vi terrorizzerà fino al punto che dovrete chiedere PIETA' PIETA' PIETA'!!!


p.s. Non lascerò che commentiate il post, poichè alcuni tra voi potrebbero essere a conoscenza dei fatti e sputtanare l'immane fatica letteraria che sto compiendo...

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