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sabato, ottobre 14, 2006

Una passeggiata particolare (o Trasparenze)

Uomini e donne. Buste della spesa. Borse e ventiquattrore. Computer portatili che portano a spasso i loro proprietari. Cani che trascinano i loro padroni o ne assecondano il passo.
Poche auto, il centro storico è più o meno chiuso al traffico.
Volanti della polizia che si specchiano pigramente nelle vetrine. Vetrine violentate dagli occhi smaniosi di troppe persone. Giovani rampolli pieni d’energia. Giovani mamme coi passeggini. Dai passeggini fanno capolino, o dormono il sonno dei giusti, dolci, innocenti esserini umani. Un giorno, forse, saranno lo specchio di pregi e difetti dei genitori.
Esserini umani, ancora senza colpa, in attesa che la società ne decida probabilmente il destino...Ecco...in quel passeggino c'è un futuro impiegato, e in quello una futura dottoressa, in quell'altro un potenziale serial killer e lì, in braccio al padre, uno scrittore provetto...
E ancora...imprenditori rampanti, politici arrivisti, senzatetto, disoccupati, deviati, suore, hackers, pittori, preti, muratori, benzinai e via dicendo...E poi...comunisti, fascistoidi, nazi, democristiani (esisteranno sempre...), e chi più ne ha più ne metta...
Partirà un nuovo ciclo, ci saranno progressi e si faranno passi indietro, ci saranno novità e torneranno vecchie mode...Partirà un nuovo ciclo, ma ci saranno altri problemi da addizionare a quelli vecchi. L'Occidente sarà sempre Occidente, Cina permettendo, e chi ha niente avrà ancora niente.
Chi sono io per dirlo? Chi sono in realtà? Forse nessuno, o forse un semplice puntino perso nel caos, scaturito dal nulla.
Mi fermo in mezzo alla strada e cerco vanamente di rispondermi.
Ho la musica dei Sigur Ros che mi tuona nelle orecchie.
Dinanzi a me gente che sorride. Gente che saluta con abbracci, strette di mano e baci. Gente che parla, ma io non la sento. Gente che alza il passo e nello sfiorarmi mi lussa una spalla. Gente smaniosa di soldi. Gente smaniosa di shopping. Gente alla ricerca di tranquillità. Gente vuota e gente in cerca d’ispirazione. Gente d'ogni tipo, che spera o si lascia andare. E vedo sfrecciarmi da ogniddove miliardi di pensieri che s’infliggono nella mente...
“...Quel bastardo del mio superiore...”...“...Che lavoro di merda…”...“...Che giorno è oggi?”...“...Quanti straordinari ho fatto ‘sto mese?”…“...Belle quelle scarpe...”... “...'azzo, l’ho calpestata!!!”...“...il latte al bambino...”...“...i croccantini per il cane...”...“...cosa dovevo comprare?...”...“...piccioni maledetti!”...“...che chiappeee!!!”...“...che tette!!!”...“...che bella borsetta...”...“...e se fosse un tumore...”...“...e se avesse l'amante?”...“...il giornale...”...“...il lavoro...”...“...il cellulare...”...“...i numeri del superenalotto...”...“...vorrei fare la velina e trombarmi un calciatore...”...“vorrei farmi una velina, ma non sono un calciatore...”..................................___________...............................................................................
......................................................................._________________STOOOOOP!!!
Sono ancora fermo in mezzo alla strada. Preso a schiaffi dai pensieri della gente.
Tra quei pensieri, anche i miei. Sono immobile, mentre tutto attorno a me è caos.
Mi volto verso l'ingresso di una libreria. Ai piedi dell'entrata giacciono una cinquantina di copie della rivista Emergency. Nonostante siano gratuite, la quasi totalità dei passanti ne ignora la presenza. Ci fossero state copie gratuite di giornali porno, o secchiate di crema rassodante per i glutei, sarebbe scoppiata una guerra civile per riuscire ad accaparrarsi quei surrogati d’illusorio benessere…
Ma ci sono solo alcune copie di Emergency, con in prima pagina il titolo “La nostra politica”, ed una foto del reparto di maternità di un ospedale del Panshir, Afghanistan (Affakistan, come pronuncerebbero molti dei nostri eruditi politici).
Sfoglio la rivista, che leggerò con attenzione a casa, e la ripongo nella borsa. Alle mie spalle sfrecciano ancora i pensieri altrui, sempre più variopinti, sempre più sfuggenti. A loro si unisce anche qualche mio pensiero, in cerca della sua pensante anima gemella.
Alle mie spalle, gambe che trascinano corpi. Mani che stringono altre mani. Volanti dei carabinieri. Vetrine. Passeggini. Borse. Portatili. Chiacchiere che non sento. Un alito di vento. I raggi del sole che lasciano spazio alle luci artificiali dei negozi, che illumineranno, di lì a breve, la serata cittadina. La sirena di un’ambulanza che sovrasta, per un attimo, la celestiale musica dei Sigur Ros. I Sigur Ros che insinuano ancora sogni e speranze nel mio cervello attraverso gli auricolari. Le copie di Emergency a terra.
Una ragazza mi si avvicina. Si blocca. I suoi occhi neri, carichi di curiosità e malinconia, incrociano i miei e scrutano gli orizzonti che in essi vivono. Levo le cuffie dalle orecchie. Rimango in attesa, stagliato sullo sfondo dell’entrata della libreria. In attesa di un amore improvviso. Una passione senza eguali. Scruto l'orizzonte in fondo ai suoi occhi. Vorrei perdermi per sempre in esso. Mi guarda. La guardo. Si passa la lingua sulle labbra carnose. Faccio lo stesso anch’io, ma ho la salivazione azzerata e mi rimane la lingua di carta vetrata attaccata al labbro superiore. Siamo ormai faccia a faccia. Vicini. Il cuore in gola. Lo sputo a terra per l’agitazione. C’immagino già avvinghiati in strette passionali. Sono indeciso se far la prima mossa, dire qualcosa di sensato e affascinante, ma vengo anticipato dalla soavità della sua voce:
- Per favore, potresti spostarti un attimo? Vorrei prendere una copia di Emergency -, e se ne va.
Muto e ancora frastornato, mi rendo conto di essere sì l’ultimo dei romantici, ma anche il primo dei tonti.
Mi rimetto le cuffie. Rientro nella mia testa. Ritorno al mio mondo fantastico, fatto anche di camminate sull'acqua insieme ad un tipo che dice di chiamarsi Gesù, e che cerca di convincermi su certe cose scritte su una certa rivista che usa chiamare Bibbia. Decido di entrare in libreria e, prima di uscire dal mio cervello, saluto il fantastico amico logorroico ma gentile, dandogli appuntamento alla settimana prossima. Anche lui mi saluta, per niente soddisfatto.
...Mi lascerò travolgere dalla passione per i libri, m'inebrierò del loro profumo...Mentre mi lascio cullare da questa fantasia ed oramai pronto a varcare la soglia della libreria, non m’avvedo della trasparenza purissima della porta a vetro e, senza aver il tempo di rendermene conto, ci pianto una craniata epica accompagnata da roboante esplosione.
Mi ritrovo steso a terra. Alcune persone cercano di rialzarmi e contemporaneamente si sforzano di non ridermi in faccia. Alcuni ragazzini sghignazzano e chiamano a raduno le amichette, per far ammirare lo spettacolo di un poveruomo distratto vinto dalla sua distrazione.
Mi rialzo, come niente fosse, munito di lungo bernoccolo al centro della fronte. Col sorriso stampato in faccia (in certi casi è meglio fare autoironia) e l'aspetto da unicorno, tranquillizzo il pubblico attorno a me. Dopo aver ringraziato con ampi gesti della mano la folla in visibilio, mi dirigo verso il bar più vicino per farmi dare del ghiaccio e placare così l'atroce dolore.
In libreria ci andrò un altro giorno...

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2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Sempre lo stesso...
...trasognante e con la testa nel "tuo favoloso mondo"!
Bè, una bella risata sull'accaduto ed un pò di autoironia e tutto passa.
Sarà un bel ricordo da raccontare, magari ai tuoi nipotini!!!
Certo che doveva essere pulitissima la porta per non vederla!!!
Bacini amore mio

15 ottobre, 2006 23:09  
Anonymous Anonimo said...

nostro piccolo sognatore.......piccolo ingenuo, poco più in là vicino al negozio di intimo, osservando un reggiseno che mai avrebbe potuto indossare...c'era una di noi, una come noi, stessi pensieri, stessa anima,magari stessa craniata nel vetro, sognando o dormendo...amore nostro continua ad aspettare quella ragazza prima o poi si girerà

26 ottobre, 2006 00:18  

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