Quando ero piccolo

Ricordo i tempi in cui andavo a messa coi miei e mia sorella. Ero piccolo. Un bambino. Felice e coi neuroni ancora sani in testa.
Il prete parlava di Gesù e Maria, pregava, interpellava i presenti, invocava Dio e si scagliava contro il demonio. La gente, seduta. La gente, in piedi. La gente, in ginocchio.
Seduti. In piedi. In ginocchio. Giù su giù. Canti, parabole, il Vangelo secondo Matteo, Osanna nell'alto dei cieli. L'odore pungente dell'incenso. Amen.
Io, nel frattempo, entravo in crisi perchè avevo le mani che grondavano sudore e si avvicinava sempre più veloce e impietoso il momento in cui scambiarsi il segno di pace con parenti e sconosciuti. Passavo tutto il tempo dell'omelia a strofinare la mano destra sul pantalone, sperando vanamente di asciugarla...Erano momenti di crisi...
Guardavo mamma, che bella, immersa nella fede ma per nulla bigotta. Osservavo papà, mio supereroe, che cercava in tutti i modi di non addormentarsi. Mia sorella, pestifera biondina dagli occhi azzurri, sbuffava imbronciata perchè voleva tornare a casa. Io continuavo a strusciarmi la mano destra sul jeans, ma quella carogna non smetteva di sudare e le speranze di rinsecchirla andavano scemando.
"Scambiatevi un segno di pace", diceva il parroco. E tutti a stringerci le mani e a dirci "la pace sia con te". Subito dopo, le mie mani tornavano ad essere così secche che avrebbero potuto scartavetrare qualsiasi superficie. Crisi superata.
Anche se c'era ancora l'ostia da prendere e qualche altra preghiera e canto sacro da recitare in playback, manco fossi al Festivalbar.
Adesso che ho trent'anni, quei momenti mi mancano...
La pace sia con voi.