Firenze, 15 settembre 2007

«La detta città di Firenze è molto ben popolata, e generativa per la buona aria; i cittadini bene costumati, e le donne molto belle e adorne; i casamenti bellissimi, pieni di molte bisognevoli arti, oltre all'altre città d'Italia. Per la quale cosa molti di lontani paesi la vengono ad vedere, ma non per necessità, ma per bontà de' mestieri e arti, e per bellezza e ornamento della città»
(Dino Compagni, Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi, Libro I 1, 1312 circa).

«Da una recente ricerca effettuata a Firenze risulta che vi è una media di 6 autovelox per abitante. Nel capoluogo toscano ci sono 8 o forse 9 milionardi di auto (taxi esclusi), unmilionequattrocentomilaventisette rotonde, 16 milioni di bici, 444 kilometri di strade maciullate per via della futura tramvia, settecentoventimilamilioni di moto, un migliaio tra canoe e natanti di simil fattura, 12000 bus vecchio e nuovo tipo, 4 acquascooter, 40 monopattini, 17 monocicli, alcuni tricicli e qualche risciò, 111116 paia di pattini a rotelle in linea e non, 100 carrozze equino-munite (che se provi solo a salirci devi pagare una caparra di 8000 euro...), diciasssssette milioni di cinesi ecc. ecc. ecc.».
(Adriano Petrosino, Cronaca delle cose decadenti nei tempi d'oggi, post I 128, 2007 circa).
La mia Fiat è ancora sottoshock, così come i miei sensi, duramente provati dal traffico di questa amena città d'arte "generativa per la buona aria".
Vorrei che Dino Compagni (v.sopra) si reincarnasse per respirare un solo istante l'aere di questa confulsa (confusa+convulsa) realtà cittadina...Un solo istante, anche perchè sarebbe colpito da un coccolone fulminante alla sola vista dello sfacelo in cui, secondo il sottoscritto, si trova la bella e "molto ben popolata" Firenze.
Piuttosto che ai lavavetri, pensasse a qualcos'altro il sig. sindaco...


p.s. Adriano Petrosino non è un mio parente, è semplicemente il nome che la padrona di casa ha pensato bene di affiggere sulla buca delle lettere...Cara signora proprietaria di casa, mi spiace, ma mi chiamo ancora Andrea...